Il Commissario Soneri e la strategia della lucertola by Valerio Varesi

Il Commissario Soneri e la strategia della lucertola by Valerio Varesi

autore:Valerio Varesi [Varesi, Valerio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 402
editore: emmebooks
pubblicato: 2015-12-07T16:00:00+00:00


15

Fin dal momento in cui aprì gli occhi Soneri pensò da dove ricominciare. Si recò presto in questura e iniziò a spulciare l'agenda di Zunarelli. La sua morte era come un ponte crollato sul cammino delle indagini, e l'unica possibile ripresa era quel taccuino consumato dalle tasche e cincischiato da troppe dita. La maggior parte dei recapiti riguardava fornitori, stagionatori, artigiani e professionisti che avevano a che fare col laboratorio. C'era anche il cellulare di Ugolini e quello della clinica dov'era ricoverato Romagnoli. Quest'ultimo era stato segnato di fresco. L'attenzione del commissario fu attratta da un numero che gli parve di aver già notato. Finiva con la sequenza 747, proprio come la sigla dell'aereo su cui era salito con Angela la volta che l'aveva convinto a volare fino in Messico: Boeing 747. Lo confrontò con quello della scheda noleggiata da Wiesniski e vide che era lo stesso. Zunarelli non gli aveva segnato accanto nessun nome: un'ingenua forma di precauzione. Dunque il disossatore aveva rapporti con Belanov, sempre che quella scheda non fosse passata di mano.

Alzò il telefono e chiamò Pasquariello. «Per favore, dirama un ordine di ricerca a tutte le volanti a carico di un ucraino: si chiama Yuri Belanov».

«Clandestino, che tu sappia? Hai già controllato?»

«Ha un permesso di soggiorno ancora valido, ma non è certo che sia a Parma. Nemmeno che sia ancora in Italia».

«Non è il caso di allargare la ricerca?»

«Già fatto, ma non trascuriamo di cercarlo qui da noi. C'è una comunità di ucraini in città?»

«Sì, molti si ritrovano in un bar di via Venezia», rispose Pasquariello. «L'abbiamo perquisito qualche mese fa per una rissa».

«Proviamo: chissà...»

Il commissario tornò a immergersi nell'incertezza di sempre. Saltellava sui sassi di un fiume, in bilico, rischiando di finire a mollo.

«Zunarelli non era poi così a digiuno di tecnologia», disse Soneri rivolgendosi a Juvara. «Se è stato lui a fare le ultime telefonate a quel cellulare sull'argine, sapeva come criptare il numero».

«È una cosa abbastanza semplice», minimizzò l'ispettore. «D'altro canto la scheda di Belanov era abilitata solo per ricevere».

Il commissario stava pensando che lui non sapeva farlo, ma si astenne dal dirlo.

«Sono più interessanti i movimenti bancari di Zunarelli», aggiunse Juvara.

«Eh, dimmi... I soldi raccontano molto più delle parole».

«Un bel patrimonio! Ma con qualche introito poco chiaro».

«Era un bravo artigiano che si faceva pagare bene... Probabilmente in nero».

«Sarà... Però ci sono partite di disossatura che costano molto più del prezzo di mercato».

«Per conto di Ugolini?»

«Di altre società dietro le quali non si sa chi ci sia, ma presumibilmente riconducibili a Ugolini, da quel che mi ha detto il nostro consulente».

Il commissario mugugnò pensoso.

«C'è molto da chiarire», confessò Juvara.

In quel momento si affacciò sulla porta un agente: «Dottore, c'è una donna che desidera parlare con lei».

Soneri si alzò meccanicamente senza capire cosa l'avesse fatto scattare in quel modo. Forse la sorpresa di essere cercato dopo tanto suo cercare.

La vide seduta lievemente a disagio in sala d'aspetto tra l'umanità un po' dolente e un po' gaglioffa che popola le questure. Si presentò: «Aurora Guatelli».

Soneri la scortò nel suo ufficio e la fece accomodare.



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